zorbaLa striscia di Gaza è uno territorio più pericolosi dal secondo dopoguerra. Occupata dall’esercito israeliano, sono molteplici le violazioni dei diritti umani in quei territori verso la popolazione palestinese che abitava da tempo quei territori.
Fortunatamente c’è anche qualche organizzazione umanitaria che lotta per migliorare le condizioni di vita degli abitanti palestinesi, nonostante l’esercito israeliano cerchi tutti i giorni di abbattere le case con la scusa di bonificare il territorio da eventuali bombe o terroristi.
Tra le organizzazioni presenti nella Striscia di Gaza nel 2003 ce n’è anche una statunitense che si chiama ISM (International Solidarity Movement), che resiste attivamente in modo non violento per impedire la demolizione delle case palestinesi.
Il 16 Marzo 2003 è quello che fa un’attivista dell’ISM, come già altre volte prima: frappone il suo corpo tra il bulldozer e una casa.
Solo che questa volta il bulldozer non si ferma, e passa sopra al corpo di Rachel Corrie, una giovane ragazza dello Stato di Washington, uccidendola.
Ci sono anche dei suoi compagni presenti, che dichiarano come intenzionale la manovra del bulldozer.
La versione dell’esercito israeliano invece sostiene che si è trattato uno malaugurato incidente, causato dall’irresponsabilità della giovane attivista.
Ovviamente la corte di giustizia israeliana darà ragione alla versione dell’esercito.
Rachel Corrie è l’esempio di una resistenza non violenta (anche se io credo che il miglior aggettivo per definire un corpo che si frappone davanti ad una macchina enorme sia proprio violento, ma con una sfumatura diversa) e della lotta con il proprio corpo per creare un mondo migliore, più giusto ed equo.
“Come Rachel Corrie
Fronte Unico, L’ultimo respiro fa da testamento
morta davanti a una ruspa
se impedisci un torto
la Resistenza è sempre giusta”
Ci sentiamo domani alle 8:00, come ogni settimana, per una nuova puntata di Se un ribelle spento.
Se un ribelle spento passa il testimone
siamo pronti a prenderlo?