Ernesto Guevara nasce a Rosario, in Argentina, il 14 Giugno del 1928 in una famiglia borghese, primo dei cinque figli di un imprenditore di origini basche e di una attivista politica e femminista militante, Celia de la Serna, una coppia colta e intellettuale che trasmette ai figli spensieratezza, spirito di avventura e interesse per la letteratura.

Dopo pochi giorni dalla nascita il piccolo Ernesto contrae una broncopolmonite che quasi lo uccide, e che gli lascerà un’asma che lo accompagnerà per tutto il resto della sua vita.

Proprio a causa dell’asma non riesce a frequentare stabilmente la scuola; l’istruzione gli viene quindi spesso impartita a casa dalla madre.

L’esperienza che cambia radicalmente Guevara comincia nel 1952: un suo vecchio amico, il biochimico Alberto Granado, gli suggerisce di prendere un anno di pausa dagli studi in medicina per intraprendere un viaggio attraverso il Sudamerica. Partono dalla città di Alta Gracia a cavallo di una motocicletta Norton 500 del 1939, e dopo un grave incidente a Temuco, che causerà danni al telaio della motocicletta, i due vedono con i loro occhi le penose condizioni dei minatori cileni sfruttati dalle compagnie inglesi e il razzismo e il maltrattamento subito dagli indigeni peruviani. Cruciale è l’arrivo al lebbrosario di Huambo, tenuto in pessime condizioni, dove i due si offrirono come medici.

A Lima i due incontrano il dottor Hugo Pesce, esperto della ricerca sulla lebbra e marxista. Un mese dopo raggiungono il lebbrosario di San Pablo, dove svolgono ancora attività mediche. I due vengono inoltre colpiti dal forte contrasto fra ricchezza e miseria a Caracas, ultima tappa del viaggio.

È il ribelle spento più famoso di sempre, tanto famoso da essere ormai più un brand che un esempio da seguire e un ribelle da cui raccogliere un testimone.

“A volte è il colore della pelle

a renderti ribelle,

a volte la Resistenza”

Fronte Unico, L’ultimo respiro fa da testamento

Ci sentiamo domani alle 8:00, come ogni settimana, per una nuova puntata di Se un ribelle spento.

Se un ribelle spento passa il testimone
siamo pronti a prenderlo?

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