Il 16 Agosto 1924 il corpo di un uomo in avanzato stato di decomposizione viene ritrovato a 25 chilometri da Roma. Dopo due giorni riescono ad effettuare il riconoscimento, grazie alla perizia odontoiatrica: il cadavere è quello del segretario del Partito Socialista Unitario, scomparso due mesi prima a Roma, il 10 Giugno. Il cadavere è quello di Giacomo Matteotti. Aveva 39 anni.

Alle ore 16.15, Matteotti era uscito di casa a Roma per andare alla Biblioteca della Camera di Montecitorio, dove era già stato per tutta la mattinata. Percorreva il Lungotevere Arnaldo da Brescia, dove viene aggredito da alcuni membri della polizia politica fascista: Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo.

Viene caricato in macchina e pugnalato. Morirà dopo diverse ore di agonia.

Giacomo Matteotti era nato a Fratta Polesine in provincia di Rovigo il 22 Maggio 1885. Non aveva fatto la prima guerra mondiale perché unico figlio sopravvissuto di una madre vedova, e non nasconde la sua ferma posizione antimilitarista, tanto da venire confinato per tre anni in provincia di Messina, poco dopo il suo matrimonio civile con la poetessa romana Velia Titta. Nel 1918 nasce il suo primo figlio, Giancarlo, mentre è ancora al confino.

Entra in parlamento per la prima volta nel 1919, in rappresentanza della circoscrizione Ferrara-Rovigo. Viene rieletto nel 1921 e nel 1924.

Nel 1921 pubblica l’”Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia”, in cui per la prima volta vengono messe nero su bianco le violenze delle squadre d’azione fasciste, proprio durante la campagna elettorale.

Nel 1922 viene espulso dal Partito Socialista Italiano come tutta la corrente riformista legata a Filippo Turati; viene fondato il Partito Socialista Unitario e ne diviene il segretario.

Nel 1924 vola a Londra in segreto per pubblicare la traduzione del suo libro: “Un anno di dominazione fascista”, in cui descrive meticolosamente tutti gli atti della violenza fascista contro gli oppositori.

Il 30 maggio 1924 Matteotti prende la parola alla Camera dei deputati per contestare i risultati delle elezioni tenutesi il precedente 6 aprile. Mentre dai banchi fascisti si levano contestazioni e rumori che lo interrompono più volte Matteotti denuncia una nuova serie di violenze, illegalità ed abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni, pronunciando un discorso che sarebbe rimasto famoso purtroppo famoso.

Una volta terminato il discorso, Matteotti si gira verso i suoi compagni di partito e dice:

«Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me.

Chi ha raccolto il testimone di Giacomo Matteotti, un altro ribelle spento?

Se un ribelle spento passa il testimone, siamo pronti a prenderlo?

La musica di questa puntata

Michele Straniero

Uno degli artisti di Cantacronache, riprende un brano anonimo sul ribelle spento di oggi. È Canta di Matteotti.

Alessio Lega

Cantautore, scrittore e militante anarchico. Questa è la sua Matteotti.

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Per approfondire:

https://www.youtube.com/watch?v=UY_POy2laiU
Il delitto Matteotti, 1973.

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